Gobbi, Alfredo Julio Floro, Musicista, Violinista, Pianista, Direttore, Compositore, Arrangiatore,

Ideatore e promotore di uno stile di importanza critica tra le più grandi espressioni strumentali del genere musicale, la cui ideazione e promozione condivise in origine con Osvaldo Pugliese, Elvino Vardaro e Aníbal Troilo, che li unì in sostanza in modo identico a sentire ed esprimere il tango.

Fu una sorta di mistico porteño. E seguendo la prospettiva religiosa che ha vissuto la città e attraversato la sua notte, la sua musica, la ricca diversità di sfaccettature che ha arricchito il suo profilo artistico, che ha affermato la peculiarità che lo ha reso inconfondibile.

Concepiva sempre al piano i suoi arrangiamenti orchestrali, piano di cui fu esecutore di qualità rara, influenzata esteticamente sin dal suo inizio dalla personalità di Julio De Caro. Queste caratteristiche le ritroviamo in molti aspetti dell’interpretazione, cosí come ritroviamo nella composizione ritmica la presenza milonguera di Carlos Di Sarli.

Questi elementi sono alla base del suo lavoro di interprete e riflettono tutta la sua originalità nelle forme di realizzazione, come quelli raggiunti con Puro apronte, El africano, Pelele, Nueve puntos, El incendio, Si sos brujo, Qué noche, Chuzas e dei propri tanghi Orlando Goñi, El andariego , Camandulaje, Redención, melodica, armonica, contrappuntistica e ritmicamente associati al suo modo di arrangiare e dirigere.

Nelle sue versioni orchestrali egli mette in luce allo stesso livello il suo talento al violino, anch’esso di radice “Decariana”, sia quando il violino integra l’orchestra nel suo fraseggio di sottofondo, cosí come anche negli assoli.

Interprete sempre di buon gusto, profondamente commovente e con l’archetto “pieno di tango”,ci ha lasciato passaggi solistici di autentica maestria, come ad esempio quelli condotti in Si sos brujo, Pelele, Entrador e Orlando Goñi.

Musicisti di eccezionale estrazione si formarono con lui, nei quali si sente la grande presenza del suo stile: tra questi Mario Demarco, Raúl Garello, César Zagnoli e Osvaldo Piro.
È nato a Parigi il 14 maggio 1912 essendosi conosciuti suo padre Alfredo Gobbi e Flora Rodríguez in Europa, inviato per l’etichetta Gath y Chaves per la registrazione di dischi di musica popolare unitamente con Ángel Villoldo, che fu suo padrino.

Tornò a Buenos Aires a sei mesi di età. Tractores la sua infanzia nel barrio di Villa Ortúzar. Cominció a studiare musica a sei anni segundo gli insegnamenti della sua sorellastra maggiore; successivamente studiò violino con il maestro Natalio Carnini. Di nascosto da suo padre vendeva aranciera per le strade, per comprarsi il biglietto dell’autobus e l’entrada al Select Lavalle, dove suonava il sestetto di Julio De Caro, la sua grande passione artistica dalla prima ora. Poi ha suonato in trio e quartetti per vivacizzare balli di strada, debuttando formalmente nel tango come violinista dell’orchestra del pianista Luis Casanova nel salón del centro Italia Unita. A quattordici anni fece parte dell’orchestra del Teatro Nuevo, diretta da Antonio Lozzi, mentre continuava i suoi studi superiori di violino.

Nel 1927 fece parte del gruppo di Juan Maglio, durante le rappresentazione nel Padiglione della Rosa, esibendosi prima e dopo di nomi come Carlos Trigall, Roberto Firpo, Manuel Buzón, Anselmo Aieta e Mario Pardo, ricevendo la sua consacrazione come professionista nel sestetto Vardaro-Pugliese nel cine Metropol, unitamente ad Aníbal Troilo, al quale venne poi affidato il secondo bandoneón di questo gruppo. I direttori Alberto e Osvaldo Pugliese, Joaquín Do Reyes, Pedro Laurenz, Nicolás Vaccaro, Armando Baliotti e Pintín Castellanos—quest’ultimo in Montevideo— contarono sul suo supporto come esecutore ed arrangiatore, alternati a diverso fugaci tentativi come direttore. La consacrazione artistica definitiva arriva nel 1942, quando venne presentato a la boite Sans Soucí. Cominció a registrare nel 1947, registrando con La viruta e La entrerriana i suoi primi dischi fino al 1957, per l’etichetta Víctor y Orfeo, sedici versioni di tango strumentali costruendo già la migliore antologia del genere; e su un piano di minore interesse, numerose realizzazioni di tango cantabile con i cantanti Carlos Heredia, Carlos Almada, Jorge Maciel, Pablo Lozano, Tito Landó, Alfredo del Río, Carlos Yanel, Oscar Ferrari, Ángel Díaz, Héctor Coral e altri.

A partire dal 1957 il suo labor come direttore di orchestra si stabilizzò allo stesso livello.
Da allora ha alternato questi impegni con altri spettacoli come esecutore solista di piano in alcuni locali del Once. Oltre alle composizioni su menzionate hanno identico valore di creatività musicale e armonia, MÍ paloma, Desvelo, Cavilando, Redención, De punta y hacha, Antojos, El último bohemio (dedicado a Pichuco) tra gli strumentali; Cuando llora mi violín,  Tu angustia y mi dolor, Un tango para Chaplin, Cuatro novios e Soy el cantor de la orquesta, tra quelli cantabili. Eduardo Rovira gli dedicó il suo tango El engobbiado; Aníbal Troilo un altro intitolato Milonguero triste e Astor Piazzolla il suo Retrato de Alfredo Gobbi.

Morí a Buenos Aires il 21 de mayo de 1965.

Traduzione Michele Mollica

Fonte Horacio Ferrer

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Alfredo Gobbi en 1957
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La orquesta de Alfredo Gobbi, nel settembre 1943. Da sinistra a destra: Fernando Cabarcos (contrabbasso), Lalo Benítez (pianoforte), Pablito Lozano e Walter Cabral (cantanti); e Alfredo Gobbi bandoneones: Roscini.Ponzoni, Núñez e un’altro non identificato; violini: Julián Ortiz, Emilio González e Singla.
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Alfredo Gobbi nel 1956
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Alfredo Gobbi mentre dirige la sua orchestra nella confitería Patio de Tango, en 1963. Il cantante é Alberto Hidalgo, ribattezzato da Gobbi, Roberto Ariel. Tra i musicisti: Mario Demarco, Alberto Garralda e Aquiles Aguilar.
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Alfredo Gobbi alla Confitería Richmond (1957).
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Alfredo Gobbi con i cantanti della sua orchestra nel 1949: a destra, Ángel Díaz; a sinistra, Jorge Maciel.
Categorie: storia

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