La ballerina ariete da guerra

Quando credevi di averle viste tutte ai tuoi occhi viene regalato anche questo spettacolo.

La ballerina ariete utilizzata come arma da guerra per “abbattere” le coppie nemiche a colpi di boleos e taccate date in direzione contraria alla ronda per sbarrare la strada al nemico.

Questa storia va ogni oltre fantasia ed oltre ogni galateo.

Ebbene si. Fior fiori di ballerine vengono “utilizzate” in milonga ogni notte come arieti di sfondamento, come delle vere e proprie armi da guerra improprie che la frustrazione di un ballerino usa a suo piacimento contro un’altra coppia, colpevole di aver “leso la maestà territoriale” o semplicemente perché veniva “sfanalato dalla coppia di dietro” che invitava vista la lentezza ad occupare l’altra corsia.

A tale offesa l’offeso fa sue le frasi di un Diego Abatantuono d’annata e si trasformata, usando la fanciulla come un moderno ariete umano, in Attila il Flagello di Dio (continua).

Il Tavolo. Un elemento di fondamentale socializzazione della milonga.

Sembrerà banale eppure un elemento di arredo fondamentale per una milonga è il tavolo.

Il tavolo è quell’amico sul quale appoggiare le nostre cose (che sia un telefono cellulare, un paio di occhiali oppure un bicchiere con qualcosa da bere).

Il tavolo è quell’amico intorno al quale ci sono delle sedie per potersi appoggiare quando si è stanchi di ballare o dal quale si può mirare la ballerina/ il ballerino che abbiamo visto in pista a ballare.

Per gli innamorati del tango sono tempi difficili.

Credo di aver condiviso il percorso musicale del tango di tanti altri innamorati della musica del tango.

Ho ascoltato molto jazz nella mia vita ed agli inizi furono le sonorità magistrali di Astor Piazzolla a stimolare il mio orecchio e la mia anima con brani come il famosissimo Libertango o Adios Nonino.

Successivamente fu il Tango Nuevo con le sue sonorità accattivanti dei Gotan Project a farmi muovere i primi passi nel mondo del tango (d’altronde era la moda diffusa del momento, parliamo degli inizi degli anni 2000).

Ma fu solo scoprire i grandi classici (nessuno escluso) che mi fece profondamente innamorare delle sonorità del tango.

Finalmente avevo trovato la mia danza preferita essendo un grosso amante del ballo ma non un grosso amante delle discoteche.

Poi è arrivato il periodo dell’andrà tutto bene e ne usciremo migliori e la crisi che ha colpito profondamente anche il mondo del tango …

white chess piece on top of chess board

Regine e Re. Il femminile ed il maschile nel tango.

A proposito di tango… ritengo che ogni tanto sia il caso di fermarsi ed interrogarsi sui grossi temi abbandonando la superficialità delle discussioni da social network.

Per questo motivo per parlare di questo argomento ho deciso di abbandonare Facebook che poco si presta a riflessioni lente e serene, essendo lo stesso vittima della velocità dello scroll delle pagine.

Ho recuperato in rete una massima del ballerino e milonguero Carlo Gavito che in relazione al titolo di questa riflessione si esprime in questo modo:

L’uomo dovrebbe sapere che balla per lei, e così facendo, la fa sentire una regina.

Solo allora sarà un Re.

Dal pensiero di Gavito si possono estrarre 3 indicazioni sulla relazione tra maschile e femminile.

L’uomo ballando per la donna, si pone al suo servizio e cosi facendo;

la fa sentire una Regina;

Solo allora sarà Re.

Nello “schema” di Gavito la relazione tra maschile e femminile nel tango segue una traiettoria ben precisa che possiamo così sintetizzare.

Il maschile serve il femminile. Così facendo lo esalta e valorizza. Dall’innalzamento e dalla valorizzazione del femminile ne deriva un innalzamento del maschile.