Música: Ascanio Donato Letra: César Vedani

Llevando mi pesar
como una maldición,
sin rumbo fui.
Buscando de olvidar
el fuego de ese amor
que te imploré.
Y allá, en la soledad
del desamparo cruel,
tratando de olvidarte, recordé.
Con la ansiedad febril
del día que te di
todo mi ser,
y al ver la realidad
de toda tu crueldad,
yo maldecí
la luz de tu mirar
en que me encandilé,
llevado en mi ansiedad de amar.
Besos impregnados de amargura,
tuve de tu boca en su frialdad,
Tu alma no sintió mi fiel
ternura
y me brindó con su rigor, maldad.
Quiero disipar toda mi pena,
busco de calmar mi sinsabor,
siento inaguantable esta cadena
que me ceñí al implorar tu amor.

Portando il mio dolore
come una maledizione,
ero senza meta.
Cercando di dimenticare
il fuoco di questo amore
che imploravo da te.
E lì, nella solitudine
del crudele abbandono,
cercando di dimenticarti, ho ricordato.
Con l’inquietudine febbrile
del giorno in cui ti ho dato
tutto il mio essere,
vedendo la realtà
di tutta la tua crudeltà,
ho maledetto
la luce del tuo sguardo
che mi ha incantato,
trasportato dalla mia ansia di amare.
Baci intrisi di amarezza,
ho avuto dalla freddezza della tua bocca.
La tua anima non ha sentito la mia fedele
tenerezza
e mi ha offerto cattiveria col suo rigore.
Voglio cancellare tutta la mia pena,
cerco di calmare il mio dispiacere,
sento questa catena insopportabile
che mi ha stretto quando ho implorato il tuo amore.

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